Page 277 - Hrobat Virloget, Katja. 2021. V tišini spomina: "eksodus" in Istra. Koper, Trst: Založba Univerze na Primorskem in Založništvo tržaškega tiska
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Sommario

ri i politici sloveni che riescono a trascendere tale posizione e a mettere in
discussione tale univoca verità storica che dà spazio solo alla lotta antifa-
scista e ignora la partecipazione degli italiani d’Istria, nel discorso pubblico
spesso collettivamente stereotipizzati come fascisti.

Simili «lacune nella memoria» si registrano in tutte le nazioni coinvolte
nei movimenti di popolazione all’indomani della Seconda guerra mondia-
le. La percezione di queste nazioni dell’Europa orientale e centrale era di
essere vittime, mentre l’espulsione dei tedeschi era moralmente giustifica-
ta dalle sofferenze che avevano inflitto loro nel periodo bellico. Ovunque
la memoria si è conservata solo nell’intimità della cerchia famigliare. Do-
po l’espulsione, la storia è stata riscritta o passata sotto silenzio, mentre i
simboli e i monumenti della popolazione precedente venivano distrutti o
rimossi.

In Italia la fine del riserbo sull’«esodo» coincide con l’avvento delle me-
morie alternative in Europa che diventano un argomento di accusa della
destra contro i partiti di sinistra, tacciati di aver consegnato all’oblio le pa-
gine buie della Storia. Tutte le narrazioni della storia post-imperiale sono
in realtà racconti di sconfitte e per questo scomodi e sgraditi sia all’opinione
pubblica che ai ricercatori. Si tratta di narrazioni «escluse dalla Storia» por-
tatrici di eredità coloniali dai connotati negativi (Baussant 2019; Ballinger
2012).

Anche dalla letteratura specialistica si ricava l’impressione che ci sia la
volontà di evitare le pagine buie della Storia. Mentre la letteratura scien-
tifica italiana sull’argomento è piuttosto ampia, in Slovenia solo pochi ri-
cercatori si sono occupati dell’«esodo» e delle drastiche trasformazioni che
ha determinato per la società istriana, mentre ad ora ancora nessuna ri-
cerca è stata condotta dal punto di vista etnologico. Come altrove, anche a
proposito dell’«esodo» le storie nazionali si basano su costruzioni storiche
selettive fondate su una vittimizzazione di sé stessi che preclude sia l’ascol-
to dell’«altro» sia la riflessione sulle proprie corresponsabilità (Assmann
2007).

L’antagonismo dei discorsi interetnici si riflette nelle giornate comme-
morative, concepite come pilastri della memoria collettiva nazionale. Ap-
partiene a tale categoria il Giorno del Ricordo dell’«esodo» e delle «foibe»
istituito dallo Stato italiano, una celebrazione che rimanda implicitamen-
te alle vittime dell’Olocausto. La ricorrenza colloca a livello nazionale la
narrazione degli italiani come vittime, cancellando completamente il ven-
tennio di violenza fascista subita da sloveni e croati dopo il 1919. Il discorso
politico italiano prende le distanze dal passato fascista principalmente me-

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