Page 289 - Hrobat Virloget, Katja. 2021. V tišini spomina: "eksodus" in Istra. Koper, Trst: Založba Univerze na Primorskem in Založništvo tržaškega tiska
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Sommario

cietà istriana all’indomani dell’«esodo» nel volume At Home But Foreigners
a cura dell’autrice (Hrobat Virloget, Gousseff e Corni 2015).

I confini simbolici si riflettono anche sulla questione del sentirsi a casa in
Istria. Come illustrato, dopo l’«esodo» gli italiani d’Istria a causa della rot-
tura dei legami sociali e di un contesto sociale e linguistico del tutto nuovo,
si sono sentiti «stranieri in casa». A giudicare dalle testimonianze raccol-
te, gli immigrati della prima ondata migratoria, provenienti dall’Istria e dal
Litorale in generale, grazie al contesto e alla familiarità pregressa con la cul-
tura italiana si sono sentiti «come a casa». Ciononostante, anche all’interno
di questa comunità si registra la percezione di un’assenza di legami multi-
generazionali con la propria città natale, o in altre parole, la sensazione
che alle città «mancasse l’anima», il che condiziona ulteriormente un’iden-
tificazione locale comunque debole. Alcune memorie analizzate nel corso
della ricerca parlano di ritrovamenti di cocci di porcellana sepolti in giar-
dino come di tracce di un passato ridotto al silenzio, un passato ignorato
o negato in cui i nuovi abitanti delle città istriane, analogamente a quanto
accaduto in altre città, protagoniste di altre «sostituzioni di popolazione»,
riscoprono un’alternativa alla storia nazionale egemone comunista di re-
cente fondazione. La metafora del mare, elemento contraddistintivo del
nuovo contesto mediterraneo, esprime, invece, da un lato la scarsa dime-
stichezza degli immigrati rispetto alle sue vastità, dall’altra la familiarità e
la padronanza di chi, invece, era abituato a vivere lungo le sue rive.

Negli immigrati originari delle zone interne della Slovenia e della Ju-
goslavia è ravvisabile, inoltre, uno sdoppiamento tra la casa d’origine e la
casa attuale. Nel nuovo contesto il sentimento di casa è legato più alla fa-
miglia piuttosto che al contesto in generale, o al massimo, ai nuovi lega-
mi interpersonali allacciati nell’ambito della propria etnia. D’altra parte gli
immigrati sviluppano un duplice sentimento di casa: un primo afferente al
nuovo contesto e un secondo afferente all’ambiente d’origine (Čapo 2019).
Dichiarazioni quali «stranieri in propio» sono rivelatrici del forte legame
emotivo e della nuova casa costruiti e sviluppati nel nuovo contesto. Tale
percezione è con ogni probabilità acuita proprio dalla persistente imposi-
zione di confini simbolici da parte dei locali nei confronti dei cosiddetti
«altri», che tuttavia non si sentono tali nonostante le costanti attribuzioni
di alterità.

Il capitolo dedicato al patrimonio culturale si focalizza sullo stato di ab-
bandono del patrimonio edilizio urbano (veneto). Il suo degrado può esse-
re ricondotto da un lato a un approccio non patrimonializzante da parte
della popolazione immigrata nei centri urbani istriani – costituita per lo

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