Page 119 - Vinkler, Jonatan, in Jernej Weiss. ur. 2014. Musica et Artes: ob osemdesetletnici Primoža Kureta. Koper: Založba Univerze na Primorskem.
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este, dalla convivenza pacifica all’intolleranza razziale

stra nella neonata Jugoslavia, diventando dagli anni Venti in poi una figura di
primo piano dell’opera slovena e jugoslava.21

Durante la prima guerra mondiale tutte le attività culturali subirono
ovviamente l’influsso negativo degli eventi bellici. Nell’estate 1918 il Teatro
Rossetti ospitò l’Opera di Zagabria. Il tenore gradiscano Josip Rijavec (1890-
1959) mieté un grandissimo successo. Rijavec, formatosi prima alla scuola di
Josip Michl e di Emil Komel a Gorizia, poi alla Glasbena Matica di Lubiana e
infine alla Hochschule di Vienna, si esibisce anche al Narodni dom e collabora
con il Pevski zbor Zveze jugoslovanskih učiteljskih društev [Coro dell’Unione
delle associazioni jugoslave dei maestri] fondato e diretto da Srečko Kumar.22

Dopo anni di continue minacce e pressioni antislave il 4 luglio 1920 il
Narodni dom venne dato alle fiamme da squadre fasciste. Forse per la prima
volta il fascismo mostrò qui il suo vero volto.

Non dimenticherò quel pomeriggio estivo del 1920 quando fu incendiato il Balkan,
albergo e luogo di ritrovo degli slavi, la loro così detta “Casa nazionale”.

Abitavo ancora nella casa dei miei genitori, che ci aveva visto crescere e dove mia
madre e mia sorella avevano atteso durante la guerra il nostro ritorno ed ogni cosa
era rimasta al suo posto. In casa tutto era tranquillo, lavoravo nella stanza d’ango-
lo, vicino alla finestra che guarda il palazzo delle Poste: di là, oltre la piazza, co-
perto alla vista c’era il Balkan. Fuori, l’aria dolcissima in cui il sole si preparava a
spegnersi. Mentre spalancavo le persiane a quell’aria e a quella luce, udii vicinissi-
mi degli spari, poi tra urla di folla e fragore di bombe a mano un crepitare di fuci-
li. Dopo qualche minuto un altro crepitio continuato e un odore acre nell’aria: dal
fumo e dalle fiamme di sopra al palazzo delle Poste capii che si trattava di un incen-
dio. Scesi e capitai sulla piazza, mentre arrivavano i pompieri e gruppi di squadri-
sti (fascisti) impedivano loro di metter in azione le pompe. La piazza era per un trat-
to deserta, il calore delle fiamme e la caduta dei tizzoni tenendo in giro scostata la
folla; il massiccio edificio di sei piani dell’Hotel Balkan non era più se non una vuo-
ta cornice di muri maestri alle fiamme spettacolose che da terra salivano ruggendo
e serpeggiando verso il cielo. Tra la folla si parlava di latte di benzina con cui s’era
dato fuoco al palazzo e si commentava il fatto di due poveri diavoli che, sorpresi dal-
le fiamme, s’erano gettati dal terzo piano, lui uccidendosi sul colpo, lei ferendosi gra-
vemente.

21 Una ricostruzione puntuale della vita, delle opere e delle rappresentazioni curate da Polić è sta-
ta fatta da Ciril Cvetko, Dirigent in skladatelj Mirko Polić (Ljubljana: Slovenski gledališki in filmski
muzej, 1995).

22 Francka Slivnik et alia, a cura di, Josip Rijavec, slovenski tenorist mednarodnega slovesa (Ljubljana: Slo-
venski gledališki in filmski muzej, 2006).

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